mercoledì 3 ottobre 2007

Giorgia on my mind




Stamattina al caffè ho incontrato Andrea, un collega, e gli ho chiesto come sta sua figlia Martina (10 mesi)...è stato come spararsi un colpo di pistola nelle palle.

E' partito con una decrizione minuziosa e dettagliatissima di tutto quello che sua figlia fa, mangia, dice, di come la vestono, del fatto che per un mese li ha fatti sclerare di notte perchè aveva invertito il giorno con la notte (cosa vuol dire invertito il giorno e la notte?

Di purè che tua figlia si fa i cazzi suoi e tu a un mese l'hai già viziata) ma che adesso fa la brava, del fatto che guarda già la televisione (bravo ha solo 10 mesi, a 3 anni le compri le prime sigarette??), di come gioca nel lettino con il suo orsacchiotto e...bla bla bla....insomma mi ha proprio asciugato!!

E io che volevo solo fare due chiacchere mentre sorseggiavo un caffè...

Ma lo capisco.

Andrea mi ha riportato alla mente, e ogni tanto male non fa, che quelle cose (seppur ormai più di tre anni fa) le ho vissute anch'io...che bello, che emozioni, che ricordi!!!

Ho dei ricordi fantastici di quel periodo ma più in generale ho ricordi fantastici di tutto il periodo in cui Giorgia, la mia bambina, era 'neonata'.

E' molto strano quel periodo, il periodo in cui stai per diventare e poi diventi padre: dopo anni di attesa (lei è nata che io avevo 32 anni), dopo nove mesi di gravidanza, improvvisamente ti trovi tra le mani una piccola sconosciuta (che ti somiglia ma in brutto) ma che solo a guardarla ti viene da piangere dalla gioia.

Io vivo ancora come se fosse successo ieri il momento in cui, per la prima volta, una infermiera qualunque (chissà quante volte nell'ambito del suo lavoro ha visto e vissuto quel momento e chissà se quando è capitato o capiterà a lei si sentirà come mi sono sentito io...) mi ha detto: "tienila in braccio così mi aiuti mentre la laviamo e la sistemiamo un po'..."


Mi ricordo che prima di quel momento mi ero fatto centomila seghe mentali pensando la classica cosa:"ma sarò capace di fare il papà? Saro capace di gestire la situazione? Mamma mia che paura che ho..." seghe mentali evidentemente dettate dall'inesperienza, dalla grandezza dell'evento stesso e le relative responsabilità che comportava...


Invece poi, quando quell'infermiera sconosciuta mi ha messo tra le braccia la cosa più bella che abbia mai avuto (almeno fino ad ora...), mi sono sentito il papà più professionale ed esperto di questo mondo. Tutte le paure, le tensioni (poche onestamente), le incertezze sono svanite magicamente. Tenendo in braccio Giorgia per la prima volta ho avuto la sensazione di averlo fatto da sempre.

Mi sono sentito padre subito, immediatamente. Mentre la tenevo in braccio la guardavo, così piccola nel suo vestitino rosso (gliel'avevo comprato io) incredulo continuavo a ripetere a me stesso:"mia figlia, la mia bambina...".

Ancora oggi, ma anche adesso che scrivo, mi si riempiono gli occhi di lacrime. Lacrime di gioia.

Sarà banale, scontato, già detto e universalmente riconosciuto ma l'esperienza più bella, forte, appagante è la nascità di un bambino. Il proprio bambino.

E' veramente una sensazione indescrivibile che chi non ha provato non può nemmeno lontanamente immaginare...

La gioia vera che ti da un evento del genere è veramente 'totale' e non trasportabile e riportabile a parole.

Ti riscopri incantato ed inebetito a osservare, sdraiato su un letto, il frutto di qualche minuto di passione. Tu stai li, prendi un ditino, osservi i lineamenti (terribili) del suo volto, guardi le gambettine, i piedini, le mani, le braccia, il ginocchio, il collo, il culetto, la schiena (la coprivo con il palmo della mano), il naso, la bocca, il mento...tutto. E li scatta l'amore.

Ti scopri innamorato di tua figlia, ti chiedi perchè un'emozione del genere non l'hai provata prima e chi o cosa potrebbe fartela provare: niente e nessuno. Garantito. Quelle emozioni si provano solo con i propri figli.

E pensare che ci sono persone che razionalmente decidono di non provarle mai...

Poi piano piano lo scricciolo cresce, esattamente come cresci tu come genitore, e le emozioni cambiano maturando. Diventando forti, importanti, grandi.

E' un po' come una storia d'amore (senza fine però) in cui i primi attimi sono quelli delle sorprese, dello scoprirsi reciprocamente. Poi le cose maturano e i rapporti si trasformano diventando legami indissolubili. Legami che durano una vita.

Penso che oggi, in questo preciso momento, non vedrei più la mia vita senza (almeno) un figlio.

Ti si apre un mondo incredibile fatto di amore e responsabilità, sacrificio e gioie, sorrisi e lacrime. Si perchè comunque non sono sempre rose e fiori, spesso per i figli si fanno sacrifici.

Ma sono sacrifici che non pesano assolutamente. Anche quando torni a casa alla sera, stracotto da una gornata durissima (???) in ufficio, tua figlia ti salta addosso e vuole giocare. In un attimo ti scrolli di dosso la stanchezza e giochi ad oltranza fino allo sfinimento, felice di farlo, felice di dare a mia figlia la certezza di avere un papà che la ama.

Allo stesso tempo devi essere fermo e severo, cercando di farle capire che quando sei 'cattivo' non è che lo fai per esserlo ma solo perchè è giusto che ci sia qualcuno che ti indichi nella vita come le cose devono essere fatte, come ci si comporta.

Qualcuno che ti dia, in questo mondo un po' di merda', un po' di sani principi

E non è semplice esserei duri. E' molto più facile cedere ai vizi per far smettere un pianto che esser severo e negare le cose...ma se ci riesci sei già a metà dell'opera. Dura la vita dei genitori....ma che appagamento ti da...vuoi mettere quando ti carichi in spalla bambina, giocattoli, borse della spesa, bicicletta?? Io mi sento veramente felice e fiero.

Quando mi carico fisicamente di tutte le fatiche della famiglia mi sento un vero padre.

Sensazioni senza tempo ne fine.

Tempo fa Alessia mi chiese: " Se avessi saputo in anticipo che il tuo matrimonio era destinato a finire, avresti comunque concepito Giorgia?"

Risposta:"SI"

L'amore incondizionato per i figli, la gioia che un figlio ti da, le emozioni che si provano durante tutto un percorso che ti porta, finalmente, a diventare uomo valgono qualsiasi sacrificio.

Anche quello di un matrimonio andato a rotoli.

La mia vita ha un'unica certezza, mia figlia. Qualsiasi cosa succederà da qui a cento anni, lei sarà comunque e sempre una parte di me per cui valga la pena di lottare, di esistere, di vivere.

Io me lo sono tatuato sulla pelle.

1 commento:

Anonimo ha detto...

comincio dicendo che nel leggere il tuo blog mi sembra di farmi un pò i cazzi tuoi...
Però d'altro canto se tu scrivi vuol dire che vuoi che qualcuno ti legga... diversamente useresti un diario... o no?
Ho letto la tua ultima pagina e il primo pensiero è stato:
perchè non mette un pacchettino di kleenex( si scriverà così?) sul blog.
Mi sono tornati in mente un sacco di ricordi, tanti attimi che avevo nel mio angoletto segreto...
Sai hai ragione... l'amore per un figlio è superiore a tutto...
E' davvero un sentimento unico e particolare che non si può provare per nient'altro al mondo.
Si, si è proprio bello essere papà!!!!
ciao
Andrea