sabato 1 dicembre 2007

Datemi il time


PREFAZIONE
Non scrivo da due mesi per tanti motivi.
Voglia, tempo, non ho più il WIFI a casa, non voglio troppo che la gente si faccia i cazzi miei in questo periodo ma soprattutto mi manca la poesia.
Scrivere per scrivere (in matematica, scrivere alla seconda) non mi piace. E allora fanculo il blog e mi tengo dentro un po' di emozioni.
FINE DELLA PREFAZIONE
Il tempo passa.
Cazzo se il tempo passa, e noi continuiamo a credere di essere immortali.
No, non lo siamo.(eccolo che ha scoperto l'acqua calda).
E il nostro credere che ci sarà sempre un domani, spesso non ci fa apprezzare quello che viviamo oggi.(stavolta è la scoperta dell'acqua bollente)
Sto invecchiando e, anche se dentro mi sento ancora un ragazzino, mi rendo conto che il tempo passa, vola e in mano non ci rimane alro che l'impronta stessa del tempo. Invisibile come l'aria, impalpabile come il vuoto.
Soffiato via, come una manciata di sabbia che cade dalla mano di un bambino. Senza lasciare traccia, solo sabbia che si rimescola alla sabbia.
In realtà tracce ne lasciamo eccome.
Ovvio, nessuno si ricorderà di noi come ci si ricorda degli eroi della mitologia, degli eroi di guerra, dei grandi personaggi storici.
Ma la nostra storia, piccola o grande che sia, la scriviamo tutti.
Il nostro passaggio rimarrà nei cuori di chi ci ha conosciuto, di chi abbiamo amato, di chi ci ha apprezzato.
Io ho ricordi di racconti di persone che non ho mai conosciuto.
Di mio nonno Giovanni (la leggenda dice che io come secondo nome porti il suo, ma non compare da nessuna parte), il papà di mio papà, l'unico mio parente che non ho conosciuto.
Ho un sacco di ricordi legati ai racconti (a volte toccanti) di mia nonna Rina (nome di battesimo Mafalda Caterina) e di mio padre.
Quanti anni sono passati da quando stavo seduto sulle gambe di qualcuno ad ascoltare per ore e a bocca aperta i racconti delle persone?
Quanti ricordi ho immagazzinato nel frattempo?
Quanta vita ho vissuto nel frattempo?
Quanto tempo è passato nel frattempo?
Mamma mia, mi vengono i brividi a pensarci...milioni di secondi. Però ad ogni attimo ho associato un profumo, un colore, una canzone, una sensazione.
Mia nonna diceva: ricordati che i giorni passano lenti ma le settimane passano veloci.
Corre il tempo. Corre!
Corre come Alberto Cova quando ha vinto agli europei i 10.000 metri (che anno era? 1982? mah chi si ricorda, alla faccia del tempo che passa...)
Volava Albertino con quei suoi baffetti e le sue gambette magre (visto che peli? E le ascelle?).
Si mangiava tutti (se non ricordo male non era ancora l'epoca dei kenyani, ma dei marocchini o degli atleti dell'est) io me lo ricordo che ero ragazzino...Nel frattempo sono passati 25 anni e mi sento ancora ragazzino.
C'è un vento che soffia forte e costante, un vento che mi sta rubando un sacco di momenti lasciandomi convinto che questi momenti prima o poi torneranno.
Un vento che, quando riesco a ripararmi da lui in un angolo nascosto, si trasforma in lacrime.

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