venerdì 25 gennaio 2008

Iole forever


Ciao dolce Iole.

Un pensiero dedicato a te, nonna dei nonni, leggenda che ha racchiuso 4 generazioni. Hai visto e vissuto la fame vera e Internet passando dalla guerra Mondiale, 4 figli-8 nipoti-1 pronipote, il '68, e le Torri gemelle.

Nonna, amica e mamma. Di tutti.
Sorriso strampalato nei suoi limiti tecnici ma sincero e dolcissimo.
Fulcro di una splendida famiglia composta da persone genuine e buone, come te.
Maratoneta e camminatrice instancabile della vita, donna indipendente ma accogliente come nessuno.
Quante parole si potrebbero dire...ma me le tengo per me, come l'ultima volta che ti ho salutata ridendo come al solito e prendendoti in giro alla nostra maniera.
Mi mancherà il tuo caffè fumoso e bollente.
Paolo

mercoledì 16 gennaio 2008

2 Cose

Oggi non sono in forma, è scomparsa una persona veramente speciale. Appena troverò la forza di parlarne le dedicherò una pagina importante di questo blog.
Ciao Iole, ci mancherai tanto.






2 cose veloci veloci in contrasto con il miostato d'animo attuale:

Lunedi prox parto per Atene, al mio rientro farò un resoconto piuttosto dettagliato della mia prima volta in Grecia.

Quando me l'hanno proposto storcevo un po' il naso, ora sono proprio curioso di partire...una volta avrei detto vedremo.


La seconda cosa, non meno importante, è che ho deciso/iniziato a buttare giù seriamente idee, frasi e parole per il mio primo romanzo (vietato ridere, che non è il nome del romanzo ma sta a significare che è proprio vietato ridere pensando a questa cosa...)

Di seguito alcuni stralci dell'inizio.......

Un botto incredibile. Un rumore infinito e assordante di metallo contorto. La sensazione di essere su un ottovolante impazzito. Poi tutto, così come era iniziato, si fermò.
Silenzio. Nero.
"Cazzo questa volta muoio. O sono già morto?" fu il primo pensiero che il suo cervello fece.
Impietrito, completamente paralizzato, non riusciva ancora a capire cosa fosse successo. Cercò di aprire gli occhi, lui che durante il viaggio in metropolitana dormiva per non vivere il risveglio della mattina, ma non era in grado di vedere nulla.
Non vedeva e non sentiva nulla, come se si trovasse in un grande utero, grosso come un immenso buco nero, immerso nello spazio infinito di una sensazione nuova.
Sentiva le tenebre che lo avvolgevano in un silenzio sordo ed irreale. E il buio, il buio, il buio rotto improvvisamente da urla di disperazione umana. "Panico, ecco cos’è il panico" fu il secondo pensiero che la sua mente produsse.