martedì 13 aprile 2010

Ce l'ho fatta!











Era il mio obbiettivo per questo 2010 e....l'ho ragiunto, ce l'ho fatta!!!

Domenica 11 aprile ho perecorso, in 3h56', la mia prima maratona, la Milano City Marathon.

Non è la più bella al mondo e, forse, la più facile d'Italia ma mi sembrava doveroso iniziare a correre una maratona qui, nella mia città.
Era importante finirla, 'portarmi' sano e salvo al termine dei 42 km e invece...ho fatto il mio 'personale' (ovvio è il primo tempo che faccio su questa distanza...)
Sono arrivato con un ginocchio ko ma con i muscoli ancora pimpanti, le gambe che giravano bene, fresco, sorridente. Ma li ho percorsi veramente quei 42 km?
Se penso a quante volte ho sognato quel traguardo così impossibile visto da fuori....
Sono arrivato in gloria, in mezzo alle persone che amo e che mi vogliono veramente bene.
Ho vinto la mia Olimpiade tagliando il traguardo piangendo a braccia alzate!
'L'ho finita l'ho finita l'ho finita' è stato il primo pensiero.
'Cazzo però non è stato così difficile' è stato il secondo.

Già mi ero dimenticato i 4 mesi di fatica per la preparazione, le sveglie alle 5.00 per gli allenamenti prima dell'ufficio, la neve, la pioggia e il freddo patito per arrivare a posto (almeno con la coscienza) alla partenza.

Prima dell'arrivo ho trovato anche il tempo di fermarmi, dare un bacio alla Giorgia (che non ha voluto fare con me gli ultimi 100m) e ripartire.

3 domeniche al via:
ultimo 'lungo' da 37 km corso bene. Mi sento in forma, viaggio che è una meraviglia, mi sento già all'arrivo. E' fatta penso...
Penso.

2 domeniche al via:
inizia la tabella di 'scarico', corro 27 km abbastanza sostenuti, un bel ritmo. Vorrei fare qualche km in più ma mi devo trattenere, ho deciso di seguire i consigli di chi le maratone se le mangia a colazione con il pane. Il resto della settimana scorre via liscio, continuo a seguire il programma della tabella anche se mi sembra già troppo blando...
1 domenica al via, Pasqua:
Mi sento male. Corro solo 17 km ad un ritmo lumaca. Sono terriblmente affaticato. Il tarlo incomincia a lavorare per arrugginire e demolire le mie certezze. 'Ce la farò?' è la domanda che mi ronza nel cervello. Sarò abbastanza preparato? Non è che ho sbagliato gli allenamenti? Avrò già perso troppo tono muscolare?
Il tarlo si mangia via tutto, i 37 km corsi solo 2 settimane prima sono un vago ricordo, le sensazioni fisiche sono pessime. La mente a volte gioca brutti scherzi.

6 giorni al via, Pasquetta:
Faccio fatica a pare una passeggiata in montagna, mi sento pesante e affaticato. Uno schifo, il tarlo nel frattempo sta pasteggiando su una tavola imbandita delle mie certezze che ora sono, quasi, tutte incertezze.

5 giorni dal via, martedì:
penultimo allenamento. Corsa lenta di 10 km che a me sembrano 100. Ma cos'ho? E quel dolorino che ho in zona 'lombari' cos'è? Mangia tarlo, mangia. Consumami tutta la psiche mentre io cado in un buco nero....

4 giorni dal via, mercoledì:
ho un mal di schiena terribile. Cazzo ma è possibile essere così sfigati? Non riesco ad abbassarmi per allacciarmi le scarpe, mi compro i cerottoni da mettere sulla schiena (tanto lo so che non servono a niente). Il tarlo è gia arrivato al dolce, gode nel vedermi così.

3 giorni dal via, giovedì:
ovviamente la schiena è ko, nonostante i cerottoni e il voltaren emulgel. Neanche un massaggio mi sistema anzi, il caro massaggiatore di nome Ivan ma fa uscire dalla seduta con un dolore al polpaccio terribile. Di fronte alla mie timide proteste mi dice di stare tranquillo, il dolore al polpaccio svanirà. Seeeeeeee penso io. Altra tegola.
Oggi avrei dovuto fare l'ultimo allenamento leggero che ovviamente salto. Mi sento in colpa come se a causa di quest'ultimo allenamento saltato sia stata vanificata tutta la preparazione.
Il tarlo si sta bevendo il caffè.

2 giorni dal via, venerdì:
Ho perso le speranze. Altri cerotti, altra pomata ma la schiena è sempre ko e il polpaccio pure.
Fanculo.
La cosa che più mi opprime è il pensiero dei sacrifici che ho fatto per prepararmi: correre una maratona prevede mesi intensi di preparazione (4) che in inverno (per una persona con poco tempo libero come me) si traducono in corse alle 6 della mattina a meno 2 gradi, o alle 7 la domenica. Pioggia, vento, neve compresi.
Caro tarlo goditi pure l'ammazzacaffè, io sta maratona non la corro.
1 giorno al via, sabato:
Non cambia niente (sempre schiena ko, il polpaccio va un po' meglio) ma ormai sono sicuro che il mio risultato sarà prossimo allo zero.
Non fa niente, sarà per un'altra volta. Eccolo li, il tarlo ha fatto anche un rutto sonoro. Sei contento?
Faccio 100 metri di corsa (in jeans, per provare) e mi sento un vecchio di 80 anni.
Decido, alla facciazza dei vecchi saggi, di presentarmi comunque sulla riga di partenza. Alle 8.20 Anna e Adri mi passeranno a prendere sotto casa.
'Provo a correre' penso, 'quando poi mi fermo mi fermo' anche se ho sempre detestato i ritiri.....fermarsi vuol dire arrendersi, gettare la spugna.

Faccio fatica ad addormentarmi, in tutti questi giorni di malessere mi è salita una certa agitazione.

Domenica 11 aprile, il giorno.
Sveglia alle ore 7.20.
Tempo comperto e tira anche un vento dell'accidente, non è il massimo. Sempre meglio di un sole a picco in grado di consumarti e scioglierti come neve al sole.
Colazione con 4 fette biscottate + marmellata e tazzone di caffè nero.
La schiena mi fa male ma non ci penso, ho deciso di non cagarla e non considerarla.
Sono in anticipo e mi preparo lentamente: attacco il pettorale alla maglia, preparo i gel enervit per mangiare durante la corsa, mi infilo i pantaloncini, la maglia e il kway (che lascierò poi ad Adriano), mi metto le scarpe.
Ovviamente le metto e le tolgo 100 volte perchè allacciate troppo strette o troppo molli.....ah che paranoico.
Scendo, mi recuperano al volo e partiamo per la fiera.
C'è tensione in macchina.
Anna parla a raffica (per scaricare la tensione?), io penso alla mia schiena e guardo fuori, 'cazzo magari mo' piove pure'...
Parcheggiamo, c'è già una marea di gente.
Zanardi si scalda con la sua hand bike, io sto crepando di freddo e pensando alla mia schiena che duole.
Fottiti.
Incontriamo gli altri, Alfredo, la Paola, Giovanni, Silvio...mi sento meno solo e mi faccio coraggio.
Fa un freddo della madonna.
Tutti dentro in griglia, riusciamo ad imbucarci in quella delle 3h30'....
Mancano 14 minuti al via, mi tolgo ancora la scarpa destra, mi sembra che ci sia dentro un sassolino.
Ultima pipì (davanti a tutti). 5 min, 3, 2, 1...via....ma dov'è lo sparo?
Boh! Mi faccio comunque il segno della croce.
Gli altri scappano via subito, io rimango con la zia che spinge...
Anna dove cazzo vai mi fa male la schiena, aspettami!!
Ci metto 5 o 6 minuti per ingranare e cercare di 'sentire' che segnali mi da il corpo.
Ho male ma sopportabile.
Decidiamo di attaccarci al peace delle 4h15' ma ci troviamo dietro a quello delle 4h...stiamo correndo a 5'30'' al km, io volevo andare a 6'....
Passano i minuti e vivo le mie prime emozioni da maratoneta, la strada è ancora lunghissima da percorrere ma mi sento già un super eroe.
Passsare in mezzo alla gente, poca per la verità sono solo le 9.20 e siamo a Pero, mi fa sentire bene.
Gli sguardi di chi sta fuori sono una spinta a correre. Pensi a quello che loro pensano di te. Coglione o eroe?
Eroe.
Corro corro corro e inizio a sentirmi bene.
La zia tiene il ritmo e la schiena pure.
Passa trenno, via novara, s.siro abbiamo già fatto 10 km
La città si avvicina, fa sempre freddo ma resistiamo.
La prima emozione è al ristoro dei 10 km: ci sono pronti tutti i partecipanti della staffetta che aspettano ansiosamente i loro compagni in arrivo. Sono tesi carichi, per loro la maratona sta per iniziare.E quando passiamo noi ci battono fragorosamente le mani.Il peace delle 4 ore continua ad incitare i suoi 'adepti': 'andiamo, andiamo, vi porto alla fine in quattro ore, hip hip urrà hip hip hurrà' tiene su di morale quelli che corrono con lui e che a lui si aggrappano per sperare di finire la maratona trainati verso le 4 ore.Io la maratona mi accontento di finirla, mi piacerebbe entro le 4h15', sotto le quattro sarebbe un miracolo.Eppure il peace delle 4 lo sento sempre più lontano, significa che sono (al momento) sotto le 4 ore.Terrò fino alla fine?Il 30° kilometro mi segherà le gambe?Lo scopriremo solo vivendo.
Al 15°circa passiamo vicini ad Adriano e co. che danno un paio di occhiali alla zia, quando ho visto la combricola mi sono emozionato...Ci aspettavano sul marciapiede festosi!
Mi sento bene.Ora sto bene, la schiena non fa male. Si Ogni tanto mi devo chinare e correre tutto spostato in avanti ma le sensazioni sono complessivamente buone.Mi cilpisce il fatto che non ci siano sostanzialmente spettatori lungo il percorso.Poca gente.
Teniamo il ritmo anche se la zia mi fa capire che forse stiamo andando troppo...non mollare Anna, dai cazzo che la finiamo e stiamo sotto le 4h.E' un po' presto per dirlo ma la sprono a resistere.Andiamo dai, c'è tempo per mollare il colpo.
Corso Sempione, speravo incontrare quio Chris che ci doveva seguire in biciletta ma non c'è...gli avevo detto di cercarmicon il peace delle 4h15' ma io sono abbondantemente avanti a quello delle 4
Sento un commento di una signora: 'Oh ma questi hanno già fatto 18km...' Eh si sciura, in realtà per arrivare qui ne ho già fatti almeno 650 di kilometri in allenamento
Siamo all'arena. Tutto ok.Piazza XXv Aprile, mezza maratona in 1h55'.'Va bene' mi dico adesso devo cercare di economizzare. Incrociamo Alfredo in corso Venezia lui è poco dietro il peace delle 3h30'...Ciaoooo, vaiiiiiii. Ti invidio.Anna mostra segnali di sofferenza, tiene il ritmo con i denti serrati ma tiene. E' il preludio al nostro dividerci che avverrà (per mia scelta) solo in piazza Duomo, verso il 25°km.'Ciao Zia sono amareggiato ma le mie gambe vanno e io sento che le devo lasciare andare, lo so che è presto per accelerare, mancano ancora 17 km, ma ci devo provare'Tu non mollare e stai sotto le 4 ore.Una carezza, un saluto e via, parto con la mia maratona.
Seguo una ragazza che tengo d'occhio da un po', di lei ricordo solo una maglietta fucsia. Ha un buon ritmo appena sotto i 5'30 al km.Accelero e vado via bene.Il gruppone dell'inizio è ormai sgranato, rarefatto.Guardo le faccie di chi mi corre intorno per cercare di capire come stanno gli altri. Mi regolo per capire a che punto sono.E' la mia prima maratona, mi devo gestire bene.Noto che le vie e i kilometri corrono via senza lasciare traccia, non memorizzo le strade in cui passo. Non so' perchè, un po' mi spiace in quanto perdo la bellezza della mia città vista da una prospettiva diversa.Non fa nulla, oggi devo solo arrivare vivo al Castello.Inizio a fare un po' di fatica, siamo al 30°Adesso è dura, ma chi me l'ha fatto fare?Inizio a fare i calcoli...allora 12 km all'arrivo è come fare due giri dei tre ponti, anche se sono un po' stanco si può fare, al massimo rallento.Sulla Darsena la prima mazzata: il ginocchio, quello sano, inizia a farmi male di brutto.Mollo? No Rocco tieni duro vai avanti ancora un po', rallenta e provaci.Percorro 7-8 km in totale sofferenza. Il ginocchio mi fa malissimo, sto correndo pianissimo. Però il traguardo si avvicina. Dai manca poco.Due giri del vivaio, cazzo due giri del vivaio...3 km di merda.Sempione, ultimo ristoro. Mi fermo, bevo e mi preparo per il rush finale.Le gambe andrebbero ma il ginocchio no. Peccato volevo sprintare fino alla fine e invece arriverò piano piano.Già perchè adesso lo so sono sicuro, io al castello ci arrivo.Io la Maratona la finisco!!
Sto pensando all'arrivo, sto pensando alle persone che mi aspettano, sto pensando che li, a qualche metro dalla fine ci saranno le persone a cui volgio bene.
Il ginocchio è ormai ingestibile, stringo i denti e sorrido...41 km, 42 km....inizio a cercare le mie genti...Ecco la Bruna e l'Adelio...ecco mia mamma, la Giorgia, Manuela tutti....mi fermo, vorrei fare gli ultimi metri mano nella mano con la Gio ma lei non vuole, fa la timida...Non fa nulla, non ti preoccupare.La' c'è il traguardo. Ragazze aspettatemi, taglio il traguardo, finisco la mia maratona, ritiro la mia medagli e son da voi.Mi viene da piagere per la felicità.
Taglio il traguardo a braccia alzate, con le lacrime agli occhi.
E' finita. Sono orgoglioso di me stesso, ho raggiunto un obbiettivo che, anni fa, sembrava inarrivabile.Adesso vado a prendermi i miei meritati baci e le mie gratificazioni da chi è venuto li a celebrare il folle gesto di un matto come me.
Tarlo, vaffanculo!

mercoledì 23 dicembre 2009

Obbiettivo 2010

Prima i bisogni. Primitivi, decisivi, urgenti.
Dormire: otto ore: bastano e avanzano, se l'emozione ne fa saltare una e sono sette, pazienza, se ti rodi dentro e alla fine sono solo sei, non è un dramma.

Mangiare e bere: tè, pane e marmellata, chi si cimenta con un piatto di pasta in bianco e un cucchiaio di olio però buono, chi si nutre a barrette, l'importante è fare il pieno per non fermarsi a fare benzina durante, giusto un rabbocco, quello si, prima di sentire fame e sete, altrimenti è già tardi.

Evacuare: liberarsi, alleggerirsi, svuotarsi, di corpo e di testa, tutto quello che ti porti dietro comincia etereo come un fazzoletto, si trasforma in un cappotto e alla fine lo trascini come una roulotte. Pelle e ossa, più le scarpe, 150 grammi e un centimetro fra te e l'asfalto, calze corte, minime, fantasmine, braghe e maglietta per inventarsi un'intimità e una difesa, e un orologio. Non per sapere che ore sono, ma per dare una misura e un senso alla fatica. Il segreto: meno lo guardi, meglio è.
T'incolonni, ti affianchi, ti specchi: sei come loro, un po più, un po meno, la differenza è dentro di te, nei muscoli, nei nervi, nell'anima.
Quando il colpo di pistola echeggia fra pelli e ossa, chi corre per arrivare ha già vinto.
Al pronti-via il serpente si allunga, come un rivolo d'acqua che sfonda la piccola diga formata da due o tre sassi e scappa verso la valle. Felice. Libero. I primi chilometri sono l'essenza della felicità e della libertà: mangi la strada, godi il panorama, respiri terra e nebbia, fiume e canfora, platani e caffè, sfiori gomiti e suole, inciampi negli applausi dei padroni di casa. Ti porti avanti.

La maratona comincia al chilometro 30. Prima è una passeggiata, una corsa, un'eterna attesa, prima è far girare le gambe un filo meno di quello che il cuore permette, prima è risparmiare, nascondere, attutire e attenuare. Al chilometro 30 non puoi più fingere: polpacci inaciditi, quadricipiti estranei, la testa rimbomba di preoccupazioni, ogni allarme è rosso, dietro di te c'è la fottuta, maledetta, invisibile roulotte, e la stai trascinando.
Al chilometro 30 comincia il conto alla rovescia, calcoli, addizioni sottrai dividi e moltiplichi, vuoi far tornare i conti, ti basterebbe che tornasse uno straccio di energia, è qui che trivelli il cuore ed estrai la forza per mettere un piede avanti all'altro, e così fino al chilometro 40. Perché qui ce l'hai fatta.
Cadesse il mondo, ce l'hai fatta. Crollasse la terra, ce l'hai fatta. Non c'è più nulla che ti possa fermare.
Perché non hai più nulla.
Perché sei il nulla.
Due chilometri,è fatta, uno e mezzo, uno, mezzo, trovi il tempo anche per sprintare.

Tu e la tua fottuta, maledetta, invisibile roulotte.

(Rubato dal Myspace di Ste72 e tratto da 'Sport Week, Gazzetta dello sport, novembre 2004')

mercoledì 26 agosto 2009

martedì 28 luglio 2009

Sawadee kha


Tra 5 ore parto.
Bangkok, Singapore, Is Perhentian, Kuala Lumpur, Borneo, Phi Phi e ancora Bangkok.
Come al solito ho cercato di mettere meno roba possibile nello zaino, alla fine è pieno lo stesso.
Provo il solito movimento di stomaco, la solita sensazione di viaggio verso l'ignoto che provo quando parto per andare lontano da casa.
Nel mio cuore l'ultimo bacio che mi darà Giorgia.
Amo.

lunedì 13 luglio 2009

What's happened?




Mi sono dovuto depuare e sono contento che nessuno ormai più, data la mia latitanza, stia leggendo delle mie cose.

Sto vagando per casa con le budella ritorte, indeciso se mettermi a correre come Forrest o spaccare qualcosa per sfogare tensione e rabbia.
Croce e delizia.

Ho quell'amaro in bocca misto a merda che non lascia preagire niente di buono, come se il sisma vero ancora dovesse arrivare più devastante dei precedenti.

Come un cavenircolo che crede ancora nei segni delle stelle, come un povero magrebino che non sapendo come giustificare le proprie deficenze innate ripone la fede e sua vita infame nelle mani di un Dio cieco, come chi dedica le notti a far volare la speranza su una schedina da compilare con sei pallini neri,
anche io gioco il mio atout.


Appiccico sul mio cuore i colori di questa vita tutta Luci ed ombre.



venerdì 6 marzo 2009

Piccola


C'è un amore viscerale che cresce e che mi fa versare lacirme di sangue.
C'è una piccola vita che è tutta la mia vita e che quando ci penso mi stringe forte il petto in un abbraccio infinito e lungo. Interminabile.
Mi è stato donato, mi è stato regalato.
E io vorrei per te tutto il bene e l'amore della terra.
Vorrei regalarti il mondo, impacchettato in un fioccco rosso.
Meriteresti gioie infinite e invece ti do solo scampoli di felicità.
Non è questo quello che avrei voluto per te, ma questo è tutto tutto quello che ti posso dare.
Ti do me stesso.

Ti amo e questo è quello che più conta per me.

mercoledì 31 dicembre 2008

Finedelduemilaotto


AVVISO AI NAVIGANTI:
Domani, 1 gennaio 2009, il blog riapre.
Grandi novità.

Buon anno a tutti.


giovedì 27 novembre 2008

Un paio di cose belle


In realta le cose belle sono tre.

La prima è che, nonostante alcuni casini che vivo nell'ambito meno importante della mia vita (ma che non posso raccontare per non sputt@narmi completamente) sono felice.
Devo dire grazie a M. che ha portato un po' concretezza nella mia vita, oltre a 10000000000 di cose belle e di splendidi sentimenti.
Mica roba da tutti
Insomma vivo sempre nella mia nuvoletta.

La seconda è che finalmente, cazzo, ho comprato casa.
Oggi ho rogitato. HO LA MIA FOTTUTISSIMA MANSARDA, quella che fino a 6 mesi fa era stata ribattezzata 'scannatoio'.
Devo tenere duro ancora un mesetto e poi si spera sarà 'abitabile'.

La terza è che, grazie a quel catalogo umano on line che è facebook, ho reincontrato Paolo.
Quello di Modena, quello dei Lampogas (http://www.myspace.com/lampogas (o punto it non mi ricordo...)) quello delle tigelle e di un'estate di 11 anni fa.
Bella persona, un grande.
Così come Giorgia.
Bella famiglia, bellli tutti.

Vado a letto (strano solo alle 00.00) felice e sereno.

Unica nota negativa: continuo a non avere internet.
Connettersi con un modem a 56k è veramente una tragedia.
Chissenefrè, vivo lo stesso.

martedì 28 ottobre 2008

Trasloco la mia vita


Uff sono pessimo, non ho più nemmeno un po' di tempo per scrivere sul blog.
Che nervi.
Da martedì 21 non ho più una casa mia, a Novate in Via edison 10 ora il padrone è Massimiliano.
Al quinto piano c'è altra gente.
Sono state brutte giornate, piene di ricordi belli e brutti. Ho anche versato qualche lacrimuccia.
Inevitabile.
Sono però gli ultimi mesi con le camicie appese in macchina, con le scarpe che rotolano nel bagagliaio ad ogni curva, con le calze sparse per l'abitacolo.
Da Dicembre sarà pronta casa mia.
Sono felice.
Ah, non ho più nemmeno Internet....

mercoledì 8 ottobre 2008

Oooooohhhhhhhh


Cos'è tutta sta tristezza?
Cos'è tutta questa cappa pesante che hai addosso?
Dov'è tutta la felicità che c'era?

E' li, allunga di nuovo la mano e prendila.

Taglia il filo.


Zac, tagliato.